Ora che tutto è finito, si
possono tirare le somme. Il papa è arrivato ed è ripartito, tocca ora a Palermo
lo smantellamento delle strutture e la verifica dei danni, soprattutto al prato
del Foro Italico. I 20.000 euro spesi per le griglie di protezione del manto
erboso sono stati evidentemente insufficienti, visto che si è potuta coprire
solo una piccola porzione di prato. Il Foro Italico stamattina appariva
spelacchiato e invaso dai rifiuti. Il manto non coperto dalle griglie ne è
uscito anche peggio. Mauro Sarno, docente di Tappeti erbosi alla facoltà di
Agronomia dell'Università di Palermo, propone un nuovo tipo di semina per
risolvere definitivamente i problemi: "Ci vorrebbe il Cynodon dactylon, lo
stesso tipo di erba dello stadio Barbera, più resistente e adatta al
calpestio".
L’intera gestione dell’evento ha
lasciato molto a desiderare. A partire dalla pretesa di dare in pasto alle
telecamere, che riprendevano la visita, l’immagine di una città cattolica e
compatta intorno a Benedetto XVI, senza alcuna voce dissonante che ricordasse
le troppe pecche della chiesa istituzionale. Gli striscioni omofobi sono stati
lasciati appesi, disseminati lungo il tragitto della papamobile, mentre le
forze dell’ordine sono intervenute per rimuovere non solo gli striscioni ma
anche i più piccoli dei cartelli che esprimessero una qualche critica
all’operato della Chiesa cattolica.
Programmata con molto anticipo,
la visita del papa è stata invece organizzata fattivamente con grande ritardo.
Basti pensare che la mattina del 3 ottobre a piazza Politeama, dove il papa
avrebbe incontrato i giovani alle 17.00, fervevano ancora i lavori. Un
“muletto”, il carrello elevatore, spostava materiali pesanti fra un folla di
gente, bambini, ciclisti. La piazza non era stata chiusa e le forze dell’ordine
presenti non sono intervenute per mettere in sicurezza i cittadini. L’impianto
audio era ancora da montare, sorvegliato a vista.
Senza parlare della sicurezza dei
lavoratori stessi, non forniti di divise adatte, spesso sprovvisti di caschi e
guanti. Tant’è che giovedì scorso un operaio è stato ferito alla testa da una
transenna durante un’operazione di scarico del materiale. Per la visita del
pontefice sono stati necessari ventidue chilometri di transenne, trasportate da
un punto all’altro della città, nel congestionato traffico palermitano, su
camion scoperti, sui quali il materiale sembrava in precario equilibrio. Del
resto, l’operazione di montaggio della transennatura è dovuta avvenire di
giorno, per risparmiare sui costi di manodopera: se le avessero montate di
notte, come sarebbe stato opportuno per evitare di intasare oltremodo il
traffico, le ditte appaltatrici avrebbero dovuto pagare gli straordinari agli
operai.
Scontenti anche i commercianti,
che non hanno realizzato gli introiti previsti. La maggior parte dei fedeli è
rimasta a Palermo per poche ore, e i turisti hanno comprato ben poco. Il
sindaco di Palermo, Diego Cammarata, che brilla per le proprie assenze sia in
Consiglio Comunale che in Giunta tanto da guadagnarsi il titolo di
sindaco-fantasma, era presente ieri all’Angelus e oggi ha rivolto encomi e
ringraziamenti a quanti, dalle forze dell’ordine ai dipendenti comunali,
"hanno reso possibile, con il loro impegno, una accoglienza
indimenticabile al Papa".
"Palermo – ha affermato
Cammarata - ha presentato a Benedetto XVI, e a quanti hanno seguito la sua
visita pastorale sia direttamente che attraverso le immagini televisive, il
volto migliore, e io credo più autentico, di Palermo.”